Perché la pompa di calore va in blocco d’inverno? Colpa dello sbrinamento (e del ritorno troppo freddo)

Con l’aumento dell’attenzione verso soluzioni sostenibili e il graduale abbandono delle caldaie tradizionali, le pompe di calore (PDC) sono diventate una scelta sempre più comune anche nei climi rigidi. Tuttavia, proprio durante l’inverno, capita spesso di sentire frasi come: “La pompa di calore è andata in blocco!”.

Perché succede?
Spoiler: nella maggior parte dei casi il problema non è nella macchina, ma nel progetto dell’impianto. Vediamo perché.

Cos’è lo sbrinamento?

Quando la temperatura esterna è bassa e l’umidità è presente nell’aria, l’evaporatore della PDC tende a ghiacciarsi. Il ghiaccio limita lo scambio termico e riduce l’efficienza dell’impianto.

Per questo motivo, la macchina avvia automaticamente un ciclo di sbrinamento: inverte il ciclo frigorifero e invia calore all’unità esterna per sciogliere il ghiaccio. È un processo normale, ciclico e necessario per il buon funzionamento.

Cosa succede lato impianto durante lo sbrinamento?

Durante lo sbrinamento, la pompa di calore smette temporaneamente di fornire calore all’ambiente. Non solo: assorbe energia termica dal circuito idraulico, cioè dall’acqua tecnica che torna dai terminali (radiatori, fan coil, pavimento radiante).

Se in quel momento il volume d’acqua è insufficiente o la temperatura di ritorno è già molto bassa, il sistema va in sofferenza: la temperatura del ritorno crolla bruscamente.

Quando la PDC va in blocco (e perché)

Le pompe di calore moderne sono dotate di sistemi di sicurezza: se rilevano un abbassamento improvviso della temperatura di ritorno (oltre 4–5°C), per proteggersi si spengono. Ecco i motivi più frequenti di questo comportamento:

  • Assenza di puffer

  • Impianti con testine elettrotermiche tutte chiuse

  • Ritorno troppo freddo o instabile

  • Modulo idronico sottodimensionato

Il risultato? Comfort discontinuo, chiamate al centro assistenza, clienti insoddisfatti e una macchina ingiustamente accusata di malfunzionamento.

La soluzione: puffer e progettazione idraulica

Il puffer è il miglior alleato delle pompe di calore in inverno. Funziona come serbatoio tampone, garantendo una massa d’acqua sufficiente e stabile anche quando le testine sono chiuse o i terminali non lavorano a pieno carico.

  • Stabilizza la temperatura di ritorno

  • Fornisce energia durante lo sbrinamento

  • Evita blocchi per eccessiva escursione termica

Importante: il puffer serve anche con impianti a pavimento radiante, non solo con radiatori o fan coil.

Come dimensionare correttamente il puffer

Una regola pratica per la corretta progettazione:

Tipo di terminaleVolume puffer consigliatoPavimento radiante30–50 litriRadiatori50–100 litriFan coil50–100 litri

In presenza di impianti misti, meglio abbondare leggermente per garantire una buona inerzia termica.

Conclusione

Lo sbrinamento è un processo inevitabile per qualsiasi pompa di calore che lavora in inverno. Ma non deve trasformarsi in un problema.

Con una progettazione idraulica intelligente e un puffer correttamente dimensionato, la PDC lavora senza interruzioni anche nei giorni più freddi dell’anno.

“La PDC va in blocco? Probabilmente non ha abbastanza acqua per respirare.”

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